marco valenti scrive

marco valenti scrive

25 giugno 2017

Per preparare un uovo sodo




PER PREPARARE UN UOVO SODO
Eugène Ionesco


Chiedete un uovo al vostro lattaio.
Ditegli di guadare attraverso per controllarne la freschezza.
Probabilmente sarà un uovo di gallina.
Si può usare anche l’uovo d’anatra, che è più grosso, normalmente di un colore leggermente verdastro e che si trova meno facilmente.

Tornate a casa cercando di conservare l’uovo intatto.
È preferibile preparare l’uovo sodo in cucina, su un fornello.
Attenzione! Non si mette l’uovo direttamente sul fornello ma in una casseruola.

Prima di tutto mettete l’acqua nella casseruola in quantità sufficiente per ricoprire l’uovo.
Per esempio per una casseruola cilindrica di un diametro di 15 cm e di un’altezza di 20 cm non è necessario che un mezzo litro d’acqua.

Potete ottenere l’acqua girando il rubinetto messo nella maggior parte dei casi sopra il lavabo.
Se l’acqua è fredda potete farla scaldare dopo aver acceso il fuoco suo fornello.

12 giugno 2017

Sinistra moderna subito




Tanti esempi di persone che nel mondo hanno dato voce ai cittadini senza essere populisti.
Tanti.
Tanti leader di sinistra nel mondo che raggiungono consenso.
Ciascuno pensi ai propri riferimenti.

Intanto la gente, il popolo, l'elettore che rimane a casa.
Tanti cittadini senza voce.
Troppi.
Disillusi, silenti, non rappresentati.

Se fossi io, se fossi Dio, se potessi avere la voce che non ho...
...Cosa direi?
ORA, SUBITO, con chiarezza.
Qualcosa così.


Tassare di meno il lavoro e di più le rendite per livellare il punto di partenza di ogni cittadino. Tassare il guadagno di più e il lavoro di meno. Chiederlo ai fratelli europei per andare uniti nella stessa direzione.
Tassazioni modulate e feroce lotta alla evasione e alla elusione. Tutela del lavoro e dei lavoratori: rivedere la progressività delle aliquote.

Controllo della spesa pubblica. Serio. Senza pregiudizi o pregiudiziali ma serio. Un esempio facile? Prezzo dei farmaci. Un altro? Meno incarichi, divieto di cumulo di incarichi, meno consulenze esterne e meno commissari ad acta.
Tutela dei più deboli, bambini, anziani e malati: debbo essere tutelato se mi ammalo. Devo potermi curare.

Investire nella istruzione pubblica e nella ricerca prima di favorire la scuola privata.

Regolare il mercato anche attraverso liberalizzazioni e semplificazioni ma mantenendo rigorosamente pubbliche l’aria, l’acqua, i servizi essenziali per i cittadini.
Energia pulita e trasporti pubblici efficienti. Quello che inquina deve costare e quello che risparmia energia deve essere conveniente.

Diritti civili a prescindere dal credo politico o dalle identità sessuali. Integrazione e inclusione dei migranti.
Chi nasce in Italia è italiano.
 Mediazione nei contrasti internazionali subito e non quando è tardi. 
Visione ideale di uno stato sociale europeo e degli Stati Uniti d’Europa con obbligo di moneta unica e politiche fiscali, monetarie ed estere comuni.
Libertà della circolazione delle idee, delle persone, delle merci. 
Sentirsi parte di una collettività per cui non è pensabile abbandonare nessuno a vantaggio magari di una minoranza fortunata. Sentirsi rappresentati non da “un uomo al comando” ma da “una squadra di governo” in un sistema democratico in grado di rappresentare democraticamente il volere sovrano dei cittadini.
"far finta di essere sani": andatevela a riascoltare quando discettate di chi debba guidare chi per fare cosa!

“Dare a ognuno secondo il suo bisogno e prendere da ognuno secondo le sue possibilità”.

Chi lo DEVE fare lo faccia. Adesso! Lo dica e vada a raccattare voti sulle cose vere e non sui nomi o su leader più o meno credibili!

11 giugno 2017

VIOLA E VERDE




VIOLA E VERDE è un romanzo di Pamela Della Mina, edito nella Collana di narrativa italiana "Officina Marziani" da Antonio Tombolini Editore.
Io non sono un critico letterario, questo  è un blog "generalista" dove se parlo di un libro è perché mi è piaciuto e ho voglia di spiegarlo.
Appena ho finito di leggere Viola e verde ho deciso che lo avrei immediatamente riletto. Così ho fatto prima di scriverne e dirvi che è un libro eccellente, scritto benissimo e da consigliare calorosamente.
Perché lo ho riletto.
Per far pulizia di tutti gli approcci sbagliati che avevano invaso e intristito in alcuni tratti la mia prima lettura.
Per spiegarmi parto porgendovi la sinossi del libro.
Futura ha vent’anni, parla poco e osserva molto, affacciandosi al mondo da dietro i suoi occhi viola e verdi. Conserva le emozioni ben schedate in un archivio, nell’armadio di fianco al letto. Le ha messe in ordine alfabetico, ma solo per il gusto di aprirle a caso. Intrappolata in una relazione insana, si logora e crogiola nel dolore, vittima di una dipendenza affettiva dalla quale sembra non vedere né volere vie di scampo. Come si può desiderare l’amore se non si sa riconoscerlo? Saranno le amiche d’infanzia a spronarla a reagire e rituffarsi nella vita, dopo alcuni timidi tentativi di farla finita. Viola e verde è un racconto di rabbia indomabile e amore inevitabile, dal finale a sorpresa, ambientato in una grigia Milano annoiata. Un incantesimo che fa rimbalzare il lettore tra i propri estremi, in un percorso a ostacoli verso l’accettazione di se stessi, una vita a due colori, a più velocità. Che sia per tutti una bicromia da esprimere come sinfonia e non come assoli stonati. O forse no.
Aggiungo la (scarna) biografia dell’autrice.
Pamela Della Mina nasce in Brianza nel mezzo del decennio più policromatico del secolo scorso.
Frequenta l’Universidad Politècnica de Valencia e l’Università degli Studi di Milano, laureandosi in Chimica Applicata e Ambientale. Collabora come Ricercatrice a progetti in campo biomedico e tecnologico presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Non essendomi mai posto la domanda su quale sia stato il decennio più policromatico, rileggendo la sinossi, e considerando che sono nato in un decennio in cui la televisione era in bianco e nero sono partito con la prima lettura che, purtroppo, è stata offuscata da una serie di preconcetti che si sono fortunatamente sciolti.

La cosa deliziosa è che alcuni di questi sono veri: limitanti e fuorvianti ma veri. Premesso un “NON SOLO!” – grosso come una casa – ne elenco quattro.
  1. 1.   È un romanzo giovanile, per giovani;
  2. 2.   È un romanzo femminile, per ragazze;
  3. 3.   È un romanzo d’amore, per adolescenti;
  4. 4.   È un romanzo cittadino milanese, per chi ricerca Milano ovunque.

Quindi ogni passo dove riconoscevo un’epoca differente dalla mia, una età - ahimè – ormai lontana, una consuetudine notturna moderna, pene d’amore di ragazza ero lì a sottolinearmele mentalmente con la biro rossa, con uno sbuffo un po’ saputello e navigato e il rimpianto di non avere una figlia femmina ventenne a cui passare il romanzo.
Ma la mia idiozia pre-senile si scioglieva, riga dopo riga, pagina dopo pagina, davanti al dipanarsi di una storia splendida, scritta benissimo con ritmi perfetti, gonfia di cose importanti che escono da qualsiasi retorica e da qualsiasi banalità.
Serrato, poetico, originale, universale, fuori dal tempo e dal genere, Viola e verde è una perla e la sua autrice unisce alla freschezza e ad un uso lieve della lingua una originalità e uno spessore raro e delizioso.

Il diversamente giovane che è in me, rileggendo il libro, ne ha meglio apprezzato l’originale ordito narrativo, la cura dei piccoli particolari, la salda tenuta di una rotta narrativa arguta e tagliente.

Piacere assoluto.

Complimenti alla scrittrice di questo bel romanzo, consigliatissimo a chiunque (tranne alle menti aride).

E’ un romanzo che arricchisce chi lo legge: fatelo!