marco valenti scrive

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30 novembre 2014

ESCHER: PARADOSSI GRAFICI E ARTE CAPOVOLTA


ESCHER: PARADOSSI GRAFICI E ARTE CAPOVOLTA
ESCHER, Maurits Cornelis (1871 – 1972). Straordinario artista le cui opere sono oggetto di una bellissima mostra a Roma, al Chiostro del Bramante (22.09.2014 – 22.02.2015).
Con oltre 150 opere, tra cui i suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, Giorno e notte, Altro mondo II, Casa di scale (relatività)  s’inaugura a Roma, al Chiostro del Bramante, una grande mostra antologica interamente dedicata all’artista, incisore e grafico olandese, che ne contestualizza il linguaggio artistico e racconta l’annodarsi di universi culturali apparentemente inconciliabili i quali, grazie alla sua arte e alla sua spinta creativa, si armonizzano, invece, in una dimensione visiva decisamente unica.

Prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group e, in collaborazione con la Fondazione Escher, grazie ai prestiti provenienti dalla Collezione Federico Giudiceandrea, curata da Marco Bussagli, con il patrocinio di Roma Capitale, la mostra ESCHER vuole sottolineare l’attitudine di questo intellettuale - perché il termine artista, nell’accezione con cui siamo abituati ad usarlo, pare in parte inadeguato - a osservare la natura in un altro modo, con un punto di vista diverso, tale da far emergere in filigrana quella bellezza della regolarità geometrica che talora diviene magia e gioco.


Visitata con estremo piacere il 22 novembre.
Ecco il testo della email che ho inviato, il giorno dopo, agli indirizzi di posta elettronica trovati nel catalogo, edito da SKIRA. Non avendo avuto modo di raggiungere il curatore della mostra, Dr. Marco Bussagli, la lettera era indirizzata al Gruppo Arthemisia (ads e am chiocciola artemisia punto it): è partita il 23 novembre e non è tornata indietro: si intende che gli indirizzi di posta erano corretti e le mail sono giunte a destinazione.   
Se la avevo inviata era perché non avevo avuto soddisfazione da quel che avevo esposto con chiarezza a due diverse persone dello staff presenti quel giorno alla mostra e mi sembrava importante.
Poiché ad oggi non ha ricevuto alcun cenno di risposta mi ritengo autorizzato a divulgarne il contenuto e a darne spiegazione.
Oggetto della lettera era “Segnalazione su mostra Escher”
“Gentilissime,
avrei necessità di contattare il Curatore della bellissima mostra su Escher che ho visitato ieri.
C'è un errore nella esposizione di un opera ma dopo la visita non ho trovato, al Chiostro del Bramante, personale qualificato per poter raccogliere la mia segnalazione argomentata.
In poche parole il punto è che un'opera è esposta capovolta.
Confidando di poter essere rapidamente contattato porgo
i miei più cordiali saluti.
Arch Marco Valenti”



Mi ci sono soffermato.
Sono ritornato indietro.
La ho osservata lungamente, da lontano e da vicino, incurante del borbottio di altri visitatori ai quali impedivo una buona visione dell’opera.
Qualcosa non tornava.
La direzione di provenienza della luce a illuminare i sassi e gli altri oggetti sullo sfondo nonché lo sviluppo delle forme di tali oggetti orientati in modo discendente e innaturale.
A certa conferma dei miei dubbi la firma dell’autore: appare capovolta, nel quadrante in alto a sinistra dell’opera.

“Ordine e caos” Op.83 nel catalogo (Anno 1955) è stata, indubitabilmente, appesa a testa in giù. Premesso che Escher non è Leonardo e “Ordine e caos” non è “Monna Lisa”, che nessuno avrebbe voluto essere al posto del corniciaio che ha messo i triangolini per appendere le opere resta che un errore è un errore. Punto e basta.
Lo spirito dell’Architetto e dell’amante dell’Arte che è in me è uscito orgoglioso dalla Mostra e se fossi stato un pavone avrei fatto la mia ruota migliore.
Tre punti e una conclusione.
Uno. Non dovrebbero capitare errori di questo tipo in una Mostra prestigiosa ma possono succedere.
Due. Ci sono errori che possono essere facilmente corretti.
Tre. Non aver dato risposta alla mia educata segnalazione è segno di leggerezza e di scortesia.
Spero vivamente che questo mio post abbia il massimo delle condivisioni possibili.




24 novembre 2014

ci sono momenti





Ci sono momenti


Quella sera  in giardino  rifletté su come ci siano dei momenti che tracciano confini importanti.
Possono essere fatti accaduti, come volti, come canzoni sospese, come lacrime, e sono gli stessi limiti di un’area da gioco, la zolla d’erba di un campo di calcio strisciata di gesso bianco.
Dentro; fuori.
Non si tratta di faticose elucubrazioni e neppure di dimostrazioni filosofico matematiche piene di passaggi per arrivare a tesi: sono istanti.
Non contano scricchiolii percepiti o piccole scosse di avvertimento ma lo schianto. Magari dopo il momento che ha tracciato il confine ci si prende del tempo per ragionarci sopra o per fortificare quel confine o giustificarselo o anche presidiarlo ma quello sta lì, come un nuovo fiume profondo.
Non è importante allora neppure l’oggetto che ha tracciato il confine, il campo o il limite: conta la consapevolezza e l’accettazione. Da quel momento in poi sai e accetti che c’è chi gioca e chi non, chi c’è in squadra e chi vivrà per sempre in panchina.
Quella sera in giardino, in questa metafora calcistica, lui fece la sua formazione tipo, come un allenatore che deve giocare una partita, e relegò gli altri in panchina o in tribuna.
Si tira una bella linea tra i buoni e i cattivi, tra i tuoi e gli altri, e non ti importa più un accidenti di quelli che sono dall’altra parte perché non sono tuoi. Accetti che non ti appartengano; te ne fai una ragione o, ancora meglio, non ne ricerchi più il motivo ma con semplicità constati che non ci sono.
Tutto quel che hai fatto prima di quell’istante per conquistare il mondo ed esserne accettato e amato, accettando e amando, smette di avere lo stesso significato.
Così trovi la tua calma e la tua forza interiore, ci stai bene dentro e hai più chiara la percezione delle distanze tra te e le altre persone o, se ci sono, la loro prossimità.
Lui, che aveva combattuto una lunga guerra di trincea, aveva fatto quel che si doveva fare e lo aveva fatto per un tempo amaro e lungo.

21 novembre 2014

I libri importanti del 900: soltanto un gioco

Libri importanti della prima metà del ‘900...



All'arrivo dell'estate 2013 avevo lanciato un gioco nel social forum dedicato ai libri 
(www.anobii.com) 
in un gruppo di Roma.

Ecco quel che avevo detto all'epoca.

"Si potrebbe fare una lista 
che ciascuno arricchisce 
di libri di autori 
che reputa importanti 
per la letteratura.
Non necessariamente i libri più belli ma quelli che, a nostro avviso, hanno influenzato il prosieguo della letteratura.
(Un po' come Michelangelo o Caravaggio nell'arte della pittura)


Anno di pubblicazione dal 1900 al 1950". 
--- 

Titolo; 
Autore; 
Anno di pubblicazione; 
(Anno di pubblicazione in Italia).



Ecco quel che è uscito, grazie a chi ha voluto giocare: a distanza di qualche mese ripropongo la lista.
Quando trovate due differenti date la prima è quella della pubblicazione del libro e la seconda, tra parentesi, quella della prima versione italiana.
L'elenco non è mio se non in parte e devo confessare che alcuni di questi libri non li ho (ancora) letti.  Credo che l'esercizio collettivo fatto possa indurre qualche curiosità e qualche riflessione.
Spero  provochi qualche reazione.


1. I Buddenbrook - Thomas Mann - 1901 - (1930) –

2. Il richiamo della foresta - Jack London - 1903 - 
3. Il fu Mattia Pascal - Luigi Pirandello – 1904 – 
4. La casa della gioia - Edith Wharton- 1905 – 
5. I fratelli tanner - Robert Walser - 1907 - 
6. L'isola dei pinguini - Anatole France - 1908 - 
7. La guglia cava - Maurice Leblanc - 1909 - 
8. Canne al vento - Grazia Deledda - 1913 - 
9. Alla ricerca del tempo perduto - Marcel Proust - 1913 - 
10. Winesburg, Ohio – Sherwood Anderson – 1919 – (1931) 
11. Poirot a Styles Court - Agatha Christie - 1920 - (1974) – 
12. Siddharta – Herman Hesse – 1922 – (1945) - 

13. Ulisse - James Joyce - 1922 – 
14. Il buon soldato Sc’vèik – Jaroslav Hašek - 1923 – 
15. La coscienza di Zeno - Italo Svevo - 1923 - 
16. La montagna incantata - Thomas Mann - 1924 - 
17. Passaggio in india - E.M. Forster - 1924 - 
18. Il grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald - 1925 - 
19. Il processo – Franz Kafka – 1925 – (1933) -

19 novembre 2014

PASSOCANNONE E POLPO




PASSOCANNONE E POLPO

Come al solito nella mia enoteca del cuore si discute. 
Da ORGANIC%L, a Roma in Viale Jonio, prima di scegliere un vino si ragiona. 
Questa volta la partenza era cosa abbinare ad una tiella di polpo e io ero partito con l’idea di un bianco secco di buona gradazione ma poi, parlando in dettaglio della ricetta, la presenza di pomodoro e la piccanza del piatto, hanno portato Alessio (uno degli amici della vineria) a farmi ragionare meglio. 

Abbiamo passato in rassegna un po’ di rosati fino a convincerci su un rosso siciliano che ancora non avevo degustato.

Ha funzionato. 
Dopo un primo momento di scaramuccia con il peperoncino, il vino ha sprigionato tutti i suoi sentori armonizzandosi e imponendo aromi diversi con l’andare del pasto. 
Il Passocannone (questo il vino) non si è soltanto dimostrato adeguato al cibo: ha duettato con la tiella alla grande.

Ne è avanzato giusto per un calice e il giorno appresso si è comportato magnificamente con una fettuccina al gorgonzola e noci.

Grazie, come sempre, ai consigli di ORGANIC%L.

A seguire quel che c’è da sapere sul vino e la ricetta della tiella di polpi.





PASSOCANNONE

Nerello mescalese
Azienda Agricola Passocannone
via Nazionale 2 - 95012 Passopisciato
Castiglione di Sicilia (CT)
tel. 335 6476635

Annata 2009
(in quell’anno era ancora I.G.T.; dal 2012 ha la D.O.C. Etna).

Rosso rubino intenso, limpido, brillante e consistente e viene ottenuto da vitigno autoctono Nerello Mascalese in purezza. All’esame olfattivo offre fragranze vinose ed inebrianti, distinguibili separatamente per la presenza di aromi fruttati e di profumi appena percepibili di rosmarino, eucaliptus e fiori autunnali.

Il vino Passocannone viene prodotto nella omonima contrada che fa parte della frazione di Passopisciaro ed ha la fortuna di trovarsi nel cuore della zona DOC dell’Etna Rosso prodotto con Nerello Mascalese
Coltivato da sempre nella tenuta della famiglia Del Campo confinante con l’abitato di Passopisciaro frazione di Castiglione di Sicilia e con la proprietà degli eredi di Ettore Majorana per circa 2 km e mezzo di confine. La tenuta è attraversata dalla statale 120 dell’Etna e delle Madonie e si trova a circa 700m s.l.m. Il vino è prodotto con Nerello Mascalese e sin dai tempi dell’unità d’Italia veniva esportato dal porto di Riposto verso tutti i mercati europei ed in particolare verso l’Inghilterra. Il Passocannone è quanto di meglio possa produrre la zona dell’Etna nord grazie al terreno drenante e biodinamico per definizione (rinnovato dalle piogge di cenere dell’Etna);  i terrazzamenti sono tutti in posizione ben ventilata e mai colpiti da nebbie persistenti. L’ottima uva perfettamente sana al momento della vendemmia non può che produrre un ottimo vino. L'Etna Rosso era molto amato da Frank Sinatra (che lo cercava nei ristoranti Siciliani in America) e da Ettore Majorana, grande fisico atomico che qui trascorreva il periodo di villeggiatura di luglio e agosto con la sua famiglia, fino all'anno della sua misteriosa scomparsa, nel 1938. La posizione geografica è unica, non solo per la magnificenza dell'Etna, ma anche per gli spettacoli come il doppio arcobaleno che si verifica in presenza della corrente d'aria proveniente dalla Val Demone.
VITIGNO: Nerello mascalese 100%

Prendo le notizie dal sito ViniSiciliawww.winisicilia.it
Appartiene allo storico gruppo dei vitigni “Nigrelli” descritti da Sestini (1760)  nelle sue memorie sui vini della Contea di Mascali. Allevato tradizionalmente ad alberello, è il vitigno più diffuso nell'areale etneo dove si coltiva da tempo immemorabile. Presumibilmente ha legami con gli antichi vini dell'Etna celebrati da Omero e dagli storici latini.
Caratteristiche del vitigno
Pianta mediamente vigorosa, presenta una elevata variabilità intravarietale, foglia medio-grande, intera o trilobata, di forma pentagonale o cuneiforme; grappolo medio, spesso alato, più o meno compatto, acini medio-piccoli, sferoidali o ellissoidali corti, buccia spessa e consistente di colore blu-violacea.  Maturazione tardiva.
Caratteristiche del vino
Il vino è elegante e di grande personalità, tendenzialmente tannico, di colore rosso rubino con riflessi granati, l'ottima struttura e il buon corredo aromatico lo rendono adatto all'invecchiamento.
DOC: Etna, Faro, Contea di Sclafani, Marsala, Riesi, Sambuca di Sicilia.

TIELLA DI POLPI – la ricetta

Ingredienti:
 - per la pasta: 600 gr. di farina, sale fino, 4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, 2 bicchieri d’acqua tiepida, un quadratino di lievito da pane.
 - per il ripieno: 1,200 Kg di polpi veraci (caratterizzati dalla doppia fila di ventose sui tentacoli) puliti, prezzemolo, aglio, olive di Gaeta snocciolate, pomodoro a pezzi, sale e peperoncino.
Preparazione
- per la pasta: si fa una fossetta con la farina nella quale si aggiunge sale fino, olio e l’acqua nella quale si è preventivamente sciolto il lievito. 
Si impasta il tutto fino ad ottenere una pasta morbida e vellutata che viene divisa in panetti poco più grandi di un pugno (occorrono due panetti per tiella) che vengono lasciati a crescere per un’ora avvolti in una tovaglia. 
Il panetto cresciuto si stende con un matterello per ottenere due dischi, di diametro leggermente superiore alla teglia, nei quali si metterà il ripieno.

- per il ripieno: i polpi puliti e lessati si tagliano a pezzetti, si condiscono con molto prezzemolo e aglio tritati, pomodori a pezzi, olive di Gaeta snocciolate, poco sale e peperoncino. 
Il tutto, così preparato, si lascia in un colabrodo affinché diventi più asciutto possibile. 
Si trasferisce quindi in una ciotola e si aggiunge olio d’oliva. 
Il primo disco viene disteso su una teglia unta d’olio, si aggiunge il ripieno, si copre con il secondo disco facendo aderire i bordi, si taglia il superfluo, si fanno dei piccoli pizzi sui bordi con le dita e dei buchi con la forchetta sul disco superiore. Si cosparge con un filo d’olio e si mette nel forno a 200° per circa 30 minuti. 
Si mangia tiepida o fredda.


18 novembre 2014

la mia generazione ha perso








Non mi piace la finta allegria non sopporto,
neanche le cene in compagnia e coi giovani sono intransigente di certe mode, canzoni e trasgressioni non me ne frega niente.

E sono anche un po' annoiato da chi ci fa la morale ed esalta come sacra la vita coniugale
e poi ci sono i gay che han tutte le ragioni ma io non riesco a tollerare le loro esibizioni.


Non mi piace chi è troppo solidale
e fa il professionista del sociale
ma chi specula su chi è malato
su disabili, tossici e anziani
è un vero criminale. 

Ma non vedo più nessuno che s'incazza fra tutti gli assuefatti della nuova razza
e chi si inventa un bel partito per il nostro bene
sembra proprio destinato
a diventare un buffone.


Ma forse sono io che faccio parte
di una razza in estinzione.


La mia generazione ha visto le strade, le piazze gremite di gente appassionata, 
sicura di ridare un senso alla propria vita
ma ormai son tutte cose del secolo scorso
la mia generazione ha perso.


Non mi piace la troppa informazione
odio anche i giornali e la televisione
la cultura per le masse è un'idiozia
la fila coi panini davanti ai musei
mi fa malinconia.

E la tecnologia ci porterà lontano
ma non c'è più nessuno che sappia l'italiano
c'è di buono che la scuola
si aggiorna con urgenza
e con tutti i nuovi quiz
ci garantisce l'ignoranza.


Non mi piace nessuna ideologia
non faccio neanche il tifo per la democrazia
di gente che ha da dire ce n'è tanta
la qualità non è richiesta
è il numero che conta.

 E anche il mio paese mi piace sempre
meno
non credo più all'ingegno del popolo italiano
dove ogni intellettuale fa opinione
ma se lo guardi bene è il solito coglione.


Ma forse sono io che faccio parte 
di una razza in estinzione.

17 novembre 2014

10 novembre 2014

L'ultimo libro



Ciao sono Marco. Come stai? Quanto tempo: tutto bene. Tu che mi dici? Mah. Un periodaccio al lavoro. Sono affaticato. A casa? Tutto a posto? Tutto normale. Quando ci si vede?

(Omissis - la telefonata va avanti)

E quando è uscito il libro? Il quattro novembre. Scusami Marco: ma sul blog lo hai scritto? No. Ancora no. Lo ho scritto nella mia pagina facebook.


Sai: quella che ho messo su per parlare di libri e dei miei libri senza spammare. Ho capito. Ma hai inviato mail a quelli che conosci, agli amici come me? No. Ma… E che aspetti? Hai ragione. Non lo so. Magari è che, come ti dicevo sto passando un periodaccio al lavoro. Fallo e basta. No?


(Omissis)


Martedì 4 novembre è uscito il mio nuovo libro. Il quinto libro che ho scritto. Eccolo.


Si intitola RIP e fa parte della collana di narrativa di Antonio Tombolini Editore. E' un romanzo del quale sono davvero soddisfatto ed è disponibile solo in ebook cercandolo nei migliori store (tipo Amazon, laFeltrinelli, Ultima Books, Ibs).
AT Editore non pubblica in cartaceo ma per leggere un ebook basta un computer, un tablet, uno smartphone: se leggi questo post puoi leggere pure RIP.

Ecco l'incipit del romanzo

Una scheda del libro è sul sito della collana di narrativa Officina Marziani (la collana di narrativa di Antonio Tombolini Editore).

www.officinamarziani.it

"Fino all'ultimo respiro?"
"No. Anche dopo."