marco valenti scrive

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18 marzo 2014

L'importanza di chiamarsi Ernesto



Se preferite anche l'importanza di essere onesto, o l'importanza di essere Franco: a piacer vostro.

Recentemente ho visto in teatro l’importanza di chiamarsi Ernesto, di Oscar Wilde, nella versione con la regia di Geppy Gleijeses e l’interpretazione oltre del regista stesso (nel ruolo di Jack), di Lucia Poli (Lady Bracknell), Marianella Bargigli (curiosamente Algernon), la giovane Giordana Morandini (Cecily) e altri bravissimi interpreti.

Personalmente ho trovato discutibile l’idea dei affidare uno dei due Ernesto ad una attrice, una Lucia Poli perfetta e un ottimo ritmo nel secondo atto.

Ho riflettuto sul fatto che questa è l’opera che ho visto di più nella vita, a teatro e al cinema, concordo con chi la ha definita “la commedia perfetta” e sta diventando un po’ il mio personale Rocky Horror Picture Show visto che conosco le battute prima che escano dalla bocca degli attori. È un piacere e un privilegio che mi offre la possibilità di notare anche la più piccola sfumatura.

Penso che sia inevitabile vedere questa commedia:
“commedia frivola per gente seria”.



 

Vi lascio altre locandine, memorabili, e alcune perle dal testo.
 
 
 
 
Citazioni da Ernesto

 
Non viaggio mai senza il mio diario.
Si dovrebbe avere sempre qualcosa di sensazionale da leggere in treno.
 
L'unico modo di comportarsi con una donna è di fare l'amore con lei, se è bella, e con un'altra, se è brutta.
Nelle questioni di grande importanza è lo stile, non la sincerità, quello che conta.

 

La verità raramente è pura e non è mai semplice.
Non bisogna mai dir male della buona società; solo chi non ne fa parte ne parla male.
 
I fidanzamenti lunghi danno l'opportunità di scoprire prima del matrimonio il carattere l'uno dell'altro: ciò non è mai consigliabile.

 

La bellezza è una trappola in cui ogni uomo di buon senso sarebbe felice di cadere.

 

Nessun uomo sposato è mai attraente tranne che per sua moglie e spesso, mi dicono, nemmeno per lei.
 
La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.

 

Odio le discussioni di qualsiasi tipo.
Sono sempre volgari e spesso convincenti.

 

 






 

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