marco valenti scrive

marco valenti scrive

24 marzo 2014

Damaschito del Vulture: una lettera



Carissimo amico mio,
sto imparando che un vino è come un libro e come una persona: non bisogna avere aspettative da lui ma predisporsi ad aspettare. Aspettare con animo consapevole quello che ci dirà.

Nel caso del vino (ma non solo) manco ancora di consapevolezza.

Non padroneggio quel lessico da iniziati che deriva dall’aver studiato le tecniche di degustazione e averle applicate ed esercitate nel tempo, una bottiglia dopo l’altra.

Come un uomo che abbia visioni e pensieri poetici ma non conosca la metrica difficilmente potrà comporre poesie credibili così io resto ancora un cialtrone quando parlo di vino.

Però la vita è lunga e intanto, nella vita, sto imparando ad attendere senza avere aspettative preconcette.

Resta la gioia della sorpresa e dello stupore di fronte ad un’opera dell’ingegno umano, o di fronte all’uomo stesso, quando un amico o un libro ma anche un vino ti colpiscono per arguzia e capacità narrative.

Così nascono amicizie vere, aldilà dell’idem sentire o dell’appartenenza, oltre le aspettative e le apparenze.

Allo stesso modo di come ho incontrato Céline e il suo potentissimo “Viaggio al termine dellanotte” (solo per farti un esempio) ho conosciuto questo Aglianico del Vulture. 

Sono rimasto stordito non già per gradazione alcolica ma per una complessità narrativa che ancora non sono in grado di testimoniare con le parole giuste. 

Continuo a parlare di vino e cibo e ricette balbettando entusiasmo e cialtroneria.

Resta che le ricette delle quali parlo, almeno, mi sono venute bene. Resta che a volte i vini mi sorprendono.

Ero ad un “simposio” di bella gente più esperta di me, ad un “non corso” di vino e degustazione: è una
bella brigata, troppo piccola perché mi segga all’ultimo banco con la timidezza dello scolaro che non ha studiato in modo sufficiente.

ORGANIC%L
è a Roma
in Viale Jonio

Riconosco che qualche vino bevuto tra i sette di quella sera altri era più importante, di maggior pregio, ma questo qui è quello che mi ha stupito. 

Inatteso.


(questi i vini degustati durante la serata da ORGANIC%L)

L’esperienza degustativa non ha potuto risolvere tutte le curiosità che il vino ha suscitato e per un paio di giorni sono andato a fare un po’ di compiti per il web e a cercare di dare corpo e distinzione alle curiosità che venivano a formarsi.
Chiaramente la percezione della sera nella quale avevo assaggiato questo vino è andata via e il compitino ha presto perso di interesse e di senso.

Ho pensato alle belle bottiglie che abbiamo bevuto insieme, ai Barolo, agli Amarone, a tante serate piacevoli non solo per il vino e l’accompagno mangereccio e ho pensato che stavi per compiere gli anni.

Ho deciso di procurarmi quattro bottiglie di quel vino e di regalartene due con istruzioni per l’uso allegate.

Berrò la prima per conto mio.
Berrai la tua prima per conto tuo.

La prima bottiglia è quella che ho già incontrato, il Damaschito.

Il Grifalco, stesso uvaggio e stessa casa vinicola, mi dicono essere addirittura migliore e perciò è la seconda.



Vorrei che la bevessi in solitudine, magari dividendola in due sere, e legassi l’apertura ad un momento felice.
Vorrei che ti procacciassi delle carni rosse o del formaggio stagionato, magari entrambi di pecora o di capra, del buon pane e dell’olio sincero e fragrante. 

Potrai prendere informazioni sul vino con facilità.

Bevendo ti farai comunque una tua opinione che confido positiva e sorpresa quanto la mia.
Passata questa prima bottiglia non ne voglio ancora parlare.

Vorrei condividessi la seconda bottiglia con altri a cui sei legato trovando il modo e l’occasione, quando vorrai e quando sarà possibile e opportuno.

 Mi piacerebbe che legassi le due esperienze e che pensando alla nostra amicizia mi dedicassi un sorso nei tuoi pensieri.

Dopo, se lo vorrai e lo spero, tra sei mesi o tra un anno o quando e se sarà, prenderai l’argomento con me: allora decideremo (o deciderò se non sarai disponibile) la sorte della quarta bottiglia in mio possesso.

Questione di aspettare, anche qui.


Tra i miei libri custodisco il preziosissimo “I vini d’Italia” di Luigi Veronelli: prima edizione, 1961.

 Prima del proliferare di guide di ogni tipo e prima che raccontare il vino impaurisse per tecnicalità. Ti lascio la pagina che è dedicata all’Aglianico anche se credo di poter dire che Damaschito (il nome viene dal luogo delle vigne, Bosco del Falco di Maschito)  sia un Aglianico a sé. 

Eccola.



Aglianico del Vulture

Uva: aglianico.

   Adatto all’invecchiamento. Colore rosso granato, brillante; gradevole profumo caratteristico di fragola e di viola. Sapore asciutto, sapido, fresco; un poco astringente e tannico, si fa con l’invecchiamento austero, vellutato, caldo, pieno e armonico; vivace schiuma rossa sanguigna, di sottilissima grana.
Tenore d’alcool 12-14°, acidità totale 5 per mille.
   Vino superiore da pasto che si fa eccellente sul cutturìddu, un intingolo a base di carne d’agnello e cipolline; se bene invecchiato da arrosti di carne bianca e rossa. Consigliabile con cibi saporosi e piccanti. Servirlo a temperatura ambiente.



Amico mio, 
tra tanti giochi d’ingegno e di intelletto che abbiamo condiviso, il mio augurio per il tuo compleanno e per i tempi che seguiranno è che ti piaccia anche questo.



Con affetto sincero,
marco





CANTINA: Grifalco della Lucania











Aglianico del Vulture DOC

UVA: Aglianico 100%

Stile
Vino rosso fermo, corposo e intenso, elegante e presistente, ricco di sentori fruttati e minerali, affinato in parte in barrique e in parte in acciaio. Vino Biologico






Perchè Bio?
La cantina Grifalco della Lucania non utilizza alcun prodotto chimico nelle sue vigne, ma solamente rame e zolfo come fitofarmaci e sovescio per nutrire il vigneto.
Affinamento
Il 20% del vino affina per 12 mesi in tonneau e in barrique, il resto sosta in acciaio

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