marco valenti scrive

marco valenti scrive

3 febbraio 2014

Aux pave de Bruxelles e altri piaceri



Con grandissima parsimonia condivido luoghi dove sono stato felice di essere stato.
Quando lo faccio mi convinco che, in fondo, non sono luoghi segreti e che è giusto che altri condividano il piacere che mi hanno dato. Possono essere un ristorante o un museo o un negozio. Possono trovarsi ovunque, prossimi o lontani. Comunque posti tali da alimentare la tag “felice di essere stato qui”.
Sono un piccolissimo promemoria. Considerate il blog come un taccuino mio personale.


Era l’anno duemila ed eravamo a Bruxelles per lavoro. Arrivata l’ora di cena  si girava per le viuzze attorno alla Grand Place indecisi sul da farsi. Tanti locali, moltissimi per turisti, con camerieri che invitano i passanti ad entrare. Smodatamente. Ad un angolo di strada una brasserie con un paio di persone in attesa di entrare. L’anomalia era che aspettavano, che c’era la fila e non i “butta dentro”. Ci affacciammo a curiosare attraverso le ampie vetrate. Un donna di corporatura più che robusta si destreggiava magnificamente tra pezzature diverse di carni su una brace di legna di notevoli dimensioni.
All’epoca riuscimmo a mangiarci soltanto dopo un’ora. Eravamo il mio capo ed io e uscimmo sazi e soddisfattissimi. Ottima carne, varietà di birre adeguata a Bruxelles, dolci squisiti, cortesia, ambiente rustico ma con classe.
Aux pavés de Bruxelles.



Sono tornato a Bruxelles sempre per lavoro, quasi sempre con i tempi strozzati da impegni e riunioni con la Commissione europea, non ho mai avuto tempo per godermela se non per manciate di minuti. Quella brasserie, volta dopo volta, è stata sempre un piacere e una consolazione.
L’ultima volta a gennaio  (era qualche anno che non andavo) con la complicità involontaria di una riunione fissata di venerdì ho allungato ed ho fatto il turista facendomi raggiungere da Delia.
Non ho potuto esimermi dall’invitarla a cena lì, Aux pavés de Bruxelles. Diverso l’Asador. Non c’è più la signora che c’era anni fa ma la brace di legna di bosco è governata con sapienza enorme e puoi vedere preparare i piatti davanti i tuoi occhi aggiungendo soddisfazione a soddisfazione.




Poi, suvvia, diciamolo: non avevo visto l’Atomium se non sui libri e, soprattutto, non conoscevo il museo del fumetto, non ero mai riuscito a visitare la casa – oggi museo – di Victor Horta e non avevo mai assaporato  il piacere di coniugare Bruxelles con la vacanza e il tempo libero. 

Se l’architetto belga Horta ha inventato l’Art Nuveau  è vero anche che dalla tradizione dei fumetti  in Belgio hanno inventato Tintin, Luky Luke e i Puffi. 
Mettiamoci anche che il Centro belga del fumetto è ospitato in un edificio progettato da Horta e ci avviciniamo alla perfezione.




Una prossima volta da turista tra i numerosi musei che non ho ancora visitato (della birra belga, del cioccolato e del cacao, del cinema, degli strumenti musicali…) non mancherò il Magritte Museum. 
Già. 
Oltre Hercule Poirot era belga anche René Magritte.

Si aggiunga un fine settimana di gennaio con il sole e si concluda che non di sola birra (buona) vive l’uomo: felice di essere stato qui vi lascio qualche indirizzo utile e qualche fotografia.





Aux pavés de Bruxelles.
Rue du Marché aux Fromages 1, 1000 Bruxelles, Belgio
Telefono:+32 2 502 04 57






Horta Museum
Indirizzo: Rue Américaine 25, 1060 Bruxelles, Belgio
Telefono:  +32 2 543 04 90





Centre belge de la bande dessinée
Indirizzo: Rue des Sables 20, 1000 Bruxelles, Belgio
Telefono:+32 2 219 19 80 
Chiuso di Lunedì
































Nessun commento:

Posta un commento

Costretto al test di verifica dal proliferare di spam. Mi spiace. Spero molto in tanti commenti e spero che, a prescindere dal fatto che non vengano moderati da me, siano di buon gusto e vengano firmati. Buona lettura e buon commento a tutti.