marco valenti scrive

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12 dicembre 2012

Vecchi




Capita che in questo blog abbia una tag dal titolo “musica con un senso”; capita anche che abbia a che fare con persone care nella quarta età, che è quella della terza età ma più vecchi e meno autosufficienti.
Questa è una bella canzone.
Spesso i video associati sono un po’ retorici. Forse lo è anche il testo.
Ammicca, in alcuni versi: strizza l’occhio alla commozione.
Però, fidatevi di me, ci sta tutta.


i vecchi sulle panchine dei giardini
succhiano fili d'aria e un vento di ricordi
il segno del cappello sulle teste da pulcini
i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
i vecchi che si addannano alle bocce
mattine lucide di festa che si può dormire
gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce per una malattia difficile da dire
i vecchi tosse secca che non dormono di notte
seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
si mangiano i sospiri e un po' di mele cotte
i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
i vecchi un po' contadini che nel cielo sperano e temono il cielo
voci bruciate dal fumo dai grappini di un'osteria
i vecchi vecchie canaglie
sempre pieni di sputi e consigli
i vecchi senza più figlie questi figli che non chiamano mai
i vecchi che portano il mangiare per i gatti
e come i gatti frugano tra i rifiuti
le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po' da matti
i vecchi che non sono mai cresciuti 
i vecchi anima bianca di calce in controluce 
occhi annacquati dalla pioggia della vita
i vecchi soli come i pali della luce
e dover vivere fino alla morte che fatica
i vecchi cuori di pezza
un vecchio cane e una pena al guinzaglio
confusi inciampano di tenerezza e brontolando se ne vanno via
i vecchi invecchiano piano
con una piccola busta della spesa
quelli che tornano in chiesa lasciano fuori bestemmie e fanno pace con Dio
i vecchi povere stelle
i vecchi povere patte sbottonate
guance da spose arrossate di mal di cuore e di nostalgia
i vecchi sempre tra i piedi
chiusi in cucina se viene qualcuno
i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da buttare via
ma i vecchi, i vecchi, se avessi un'auto da caricarne tanti
mi piacerebbe un giorno portarli al mare
arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio tutti quanti
sedia sediola... oggi si vola... e attenti a non sudare


3 commenti:

  1. viviamo un'epoca in cui gli stereotipi strozzano le buone pratiche così che molto venga dato per scontato e immutabile.
    io sto con tanizaki e il suo "vecchio pazzo" (diario di un vecchio pazzo) e dalla parte de La forza del carattere di James Hillman.
    poi, che dire? baglioni? allora anche zero! (spalle al muro).
    no, no, meglio l'ultima thule, per me rende meglio se a raccontare dell'alba della "nostra" terza età è un coevo:)

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  2. E' dei suoi tempi migliori... Inseguendo la giovinezza, ha perso la poesia.

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  3. Sei stato tristemente profetico con questo "post". Un abbraccio.
    Paboo

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Costretto al test di verifica dal proliferare di spam. Mi spiace. Spero molto in tanti commenti e spero che, a prescindere dal fatto che non vengano moderati da me, siano di buon gusto e vengano firmati. Buona lettura e buon commento a tutti.