marco valenti scrive

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9 ottobre 2010

la prima vespa rossa



La Vespa Rossa la comprai a metà degli anni 80.
La presi rossa un po’ perché era la più bella e un po’ per ragioni politiche. Il Vespone bianco era, a quell’epoca, targa di ragazzo di destra e non lo ero. Forse, inconsciamente, la verniciatura rosso fiammante leniva sensi di colpa?
La comprai con i soldi miei, ma dovetti convincere mio padre che non era pericolosa.
Dato che stavo per comprare una Moto Guzzi usata però l’avevo precedentemente convinto che le moto erano più stabili e più sicure rispetto agli scooter ruote piccole; pertanto dovetti faticare.
Portai a tesi la comodità del mezzo in caso di incidente: impossibile, contrariamente alle moto, rimanere schiacciati dal proprio stesso mezzo. Vespa da un lato, conducente dall’altro. Sicura. Ebbi il permesso di comprarla. Avevo passato i vent’anni ma, all’epoca, serviva il consenso dei genitori anche per spendere i propri denari.
Altri tempi e altri denari.
Era una Vespa PX 150 col miscelatore, novità dell’epoca, che consentiva di imbarcare olio e benzina separatamente. Non raggranellai abbastanza denari per l’optional della accensione automatica.
Le comprai nuova: la Piaggio, ora come allora, non regala nulla. Ricordo il mio dialogo col concessionario di Trastevere.
Sono due milioni e tre: che optional vuole?
Nessuno.
La ruota di scorta non la vuole?
Perché non è compresa?
No.
Si la voglio.
Specchietti?
Ok: due e cromati.
Portapacchi davanti o dietro?
Entrambi.
Tappetino?
Manco il tappetino è compreso?
No.
Ok: voglio il tappetino.
Due milioni e mezzo ma una vespa rossa, il vespone, sotto al sedere.
La vita davanti. Gioia pura.

3 commenti:

  1. hai ragione, la Piaggio non regalava nulla,pensa che nello stesso periodo comprai la mia Honda 500 VTE nuova a tre milioni e duecento! (ovviamente a rate)
    Paboo

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  2. Sono passati gli anni, ma la Piaggio non è cambiata: “ora come allora, non regala nulla.”
    Stesse le prospettive e le emozioni: “La vita davanti. Gioia pura.”
    Solo il ‘colore’ si è un po’… incupito!? ;-)

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  3. Ho sentito la necessità di uscire e ho preso il vespone. Ho sfruttato la complicità di un cielo terso e di un'aria pulita come solo la spiovuta può darci qui a Roma; me ne sono andato a fare un giro per Monteverde. Monteverde rimarrà comunque il nostro quartiere.

    (da UN SENSO ALLE COSE, di Paolo Scatarzi e Marco Valenti)

    enrica

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