marco valenti scrive

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19 luglio 2009

nonnototò parte seconda




“Dentro la capa. Non mi serve a vedere più nulla ‘che ho tutto dentro, già dentro la testa. La testa.”
Fissava i suoi occhi vecchi ed erano del colore dell’acqua calma, del celeste che usano i bambini per disegnare il velo della madonna al catechismo. Quegli occhi azzurri continuavano a fissare lì dov’era il calendario, ma era come se il nonno sentisse lo sguardo del nipote, non ostante fosse ormai quasi completamente cieco: alzò lentamente le sopracciglia grigie, lunghe e cespugliose, per poi farle tornare al loro posto velocemente, quasi che ricadessero giù. Nel ricadere mosse il mento e la testa intera a seguire come un segno di affermazione. Guido sorrise nel guardar fuori dalla finestra; anche se era nuvolo non pioveva affatto.
Un tempo grigio asciutto.
Nonnototò era immobile, quasi di fianco, fermo da ore, rannicchiato come chi a letto cerca la sicurezza di un domani migliore, o che nel contrarsi spera di soffrire meno la vita di una giornata trascorsa a fatica. Cupamente, Guido osservava quel corpo che era diventato così piccolo da tenerlo in tasca, così stanco da cullarlo con dolcezza e così solo da non uscire più dalla stanza.
Il nonno. Nonno. Nonno che lo portava in braccio ai giardini, nonno che lo guardava disegnare e gli accarezzava la testa, nonno che lo misurava contro il muro al fianco della finestra, e c’erano ancora i segni con le date di quanto il nipote fosse cresciuto, oddio come ero piccolo, pensò Guido.

Rannicchiato in quel letto sproporzionato, come ai bordi di un mare di erba soffice, pareva stesse lentamente sprofondando in una nuvola, una grande nuvola dolce come lo zucchero filato da dove, scomparendo, sembrava dire al nipote la sua vita come se gliela facesse scorrere davanti, come la sabbia di una infinita clessidra. Una clessidra a ritroso, che lo faceva immaginare bambino in quel secolo così lontano, quando ancora il novecento non era arrivato a cambiare il volto al mondo, a guardare la sua vita, nuova e lunga…
Puro come un bimbo di cento anni da quella nuvola bianca, enorme, comoda.
Piove - ripeté - e quando Guido alzò gli occhi e vide le prime gocce timide di un temporale che durò ininterrottamente due giorni e due notti era già morto.
Pianse, più del cielo.

Marco Valenti da "Cometa e bugie"  

1 commento:

  1. "Rannicchiato come chi a letto cerca la sicurezza di un domani migliore"
    Non ancora edito... ma poco alla volta, condividi i tuoi pensieri! :D

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